Luca Fucci
Luca Fucci è un musicista italiano che da anni milita in formazioni di avanguardia elettronica (Interferenze, Crafty Cell, Black Magic Trees). Nel suo background musicale ci sono da un lato le affascinanti composizioni di Chopin e Satie e dall’altro la new wave, il post punk e molto altro (The Cure, Bowie, Duran Duran, Depeche Mode).
Nel 2015 l’esigenza di esprimersi individualmente lo porta a pubblicare il suo primo disco solista, “Hidden Scars”. Un crossover elettronico di emozioni dove, pianoforti melodici, cupi e gravi che si alternano, incontrano e si fondono con l’elettronica delle drum machines, dei synth analogici e modulari, fino a creare un decadente microcosmo a tinte scure in cui immergersi e perdersi. L’attenta ricerca del suoni attraverso le macchine non è esercizio fine a se stesso, ma un mezzo per dare voce a sensazioni ed emozioni, senza bisogno alcuno di parole. “Hidden Scars” è stato accompagnato da numerose esibizioni live in locations suggestive: in queste occasioni musica e visuals si fondono in un unico elemento diventando imprescindibili l’una dagli altri. Lo spettacolo live tende a valorizzare le location dove si svolge, con adeguati mapping visual, così da rendere l’esperienza audio/visiva ogni volta unica e avvolgente. Il 26 Gennaio 2018 viene pubblicato “Live Scars”, una testimonianza audio-video della performance live tenutasi l’8 dicembre 2017 nella live room de “La Fucina Studio”. Un viaggio personale ed intenso tra musica elettronica e video. Un’esperienza unica nel suo genere.
A partire da ottobre 2017 affianca sul palco, ai sintetizzatori e al piano, Antonio Aiazzi (Litfiba) nel “Linea Gialla Tour” a supporto del primo disco solista dell’ex Litfiba.
Il 20 Settembre 2019 pubblica il secondo capitolo del progetto “hidden scars”: “Damaged”, che trova espressione anche in una serie di opere pittoriche in tecnica mista su tela, legno e metallo che l’artista ha creato durante la composizione delle tracce musicali e che sono documentate nel booklet allegato alla versione Deluxe del CD. Dal punto di di vista musicale, si conferma il marchio di fabbrica dell’autore, fatto di pianoforti, sintetizzatori analogici e drum machines. Non mancano tuttavia incursioni acustiche, come il basso a 6 corde suonato dallo stesso Fucci, o i tamburi di Michel Agostini, Francesco Bracci e Marco Fattibene, oltre al basso di Giacomo Jac Salani (che ha anche mixato il disco presso La Fucina Studio).
Tutti i brani, strumentali, “puntano su un’evocazione narrativa filtrata da un’elettronica appassionata, a tratti rabbiosa, a tratti in cerca di una dolcezza sfuggente, malinconica, vagamente dark […] La fascinazione di melodie eteree, l’inquietudine di ritmi che si ispessiscono in suoni più carnali e materici, la voglia di essere vicino all’orecchio dell’ascoltatore meno preparato con sincera affabilità ma anche quella di non rinunciare mai alla necessaria dose di rischio, di sperimentazione sono doti che Fucci riesce a misurare: non un poseur dell’elettronica, ma un artista sincero.” (R. Paloscia – La Repubblica – 09/09/2019)